Stamattina mi sono svegliato con quella sensazione. Sai, quella che ti prende quando improvvisamente realizzi che stai correndo più veloce di quanto avresti mai immaginato possibile.
Non parlo di velocità fisica, ovviamente. Parlo di quella scarica di adrenalina mentale che ti attraversa quando capisci che l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento – è un moltiplicatore esponenziale delle tue capacità.
La routine che mi ha cambiato la giornata
Come ogni mattina, ero immerso nella mia caccia al tesoro digitale: articoli interessanti, prompt geniali, tutorial che vale la pena conservare o riproporre nell’attività formativa che svolgo. E come sempre, facevo quella danza manuale che tutti conosciamo: copia, apri Notion, incolla, organizza, ripeti.
“Sì, lo so cosa stai pensando: esistono le estensioni del browser per fare tutto questo automaticamente.”
Le ho provate. Tutte. E sai qual è il problema? Che alla fine devi comunque fare 3-4 click, selezionare la destinazione, confermare… È come avere un assistente che ti chiede continuamente dove vuole che metta le cose invece di saperlo già.
Il momento “Perché non l’ho pensato prima?”
Ecco quando è scattato qualcosa. Avevo appena trovato un prompt particolarmente interessante – di quelli che sai già che vorrai testare e perfezionare – e mentre lo copiavo manualmente nel mio database Notion dedicato ai prompt, mi sono fermato.
“Aspetta… perché sto facendo questo manualmente quando potrei chiedere a ChatGPT di crearmi un’estensione personalizzata che salva esattamente dove voglio io?”
E così ho fatto. Invece di tuffarmi nella documentazione di Chrome Extensions (che mi avrebbe portato via ore se non una giornata), ho semplicemente chiesto.

Quando l’impossibile diventa possibile in una conversazione
Dopo qualche iterazione – perché sì, anche con l’AI bisogna raffinare, esattamente come faresti con un collega – l’estensione era lì. Funzionante. Personalizzata. Che dialogava perfettamente con Notion e salvava i miei prompt esattamente dove volevo, con un click.
Un’ora del mio tempo. Forse meno.
Ed è qui che il mio cervello ha iniziato a correre davvero veloce.
Perché se posso fare questo, posso anche… far passare tutto attraverso un flusso n8n che mi categorizza automaticamente i contenuti. Posso far tradurre i prompt in automatico. Posso creare un’altra estensione che me li richiami al volo mentre lavoro. Posso costruire un microsito personale che me li organizzi visivamente…
Il punto non è sostituire, è moltiplicare
Ecco la cosa che più mi elettrizza (e che voglio sia chiara): non sto usando l’AI per fare meno lavoro.
Sto usando l’AI per fare un lavoro diverso, più profondo, più creativo. Per pensare lateralmente. Per testare idee che prima mi sarei auto-censurato perché “troppo complicate da implementare”.
L’AI va presa con le pinze? Assolutamente sì. Ma va anche sfruttata con coraggio. Va interrogata senza paura di sentirsi dire di no (tanto al massimo ci dice che è impossibile, o ci fa iterare all’infinito finché troviamo la soluzione).
Prossimamente:
Come ho trasformato quella semplice estensione in un sistema automatizzato di knowledge management che lavora mentre dormo.
(Spoiler: ci sono dentro n8n, un pizzico di automazioni Notion e forse – solo forse – un bot Telegram)
Ma di questo ne riparleremo…



